Università Cattolica del Sacro Cuore

16. Un soffio tra le pagine. Lo spirito nella letteratura italiana contemporanea: un’antologia di casi editoriali

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Presentazione di Giuseppe Langella
Anno di edizione 2014
Pagine 216, ill.

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Presentazione

«È proprio vero che lo Spirito, un po’ come il vento, “soffia dove vuole” (Gv 3, 8): questo pensiero è sorto quasi da sé, senza intenzione, mentre mi aggiravo, curioso, tra gli stand della caleidoscopica e lussureggiante ‘fiera del libro’ allestita dal Laboratorio di Editoria, ammaliato da tanta varietà di mondi e di lingue», scrive Giuseppe Langella nella Presentazione a Un soffio tra le pagine, antologia multiforme attraverso la quale gli studenti del Laboratorio di editoria dell’Università Cattolica ripercorrono la storia editoriale di quasi novanta opere della letteratura italiana contemporanea, sulle tracce dello spirito che, in ogni sua forma, ne anima le pagine.

Dettaglio

«Sei la mia voce... il vento che mi scompiglia i capelli» scrive Alda Merini per cantare la figura dello spirito per eccellenza, Maria: la poetessa la prende a modello dei valori che animano e «scompigliano» le sue parole e le sue fragili certezze avvertendo un «vento» che fa muovere i fogli del suo libro intitolato Magnificat come se nella filigrana di quelle carte passasse un soffio interiore. Un soffio tra le pagine è proprio il titolo che ben rappresenta la duplice ricerca dei giovani del Laboratorio di editoria dell’Università Cattolica in questo 2014: è l’indagine, da una parte, delle ragioni dello spirito dell’epoca che stanno vivendo e, dall’altra, delle ragioni dell’editoria che stanno studiando. […]
Il florilegio poetico e narrativo è frutto di una scelta condotta con un lavoro di vera e propria officina editoriale, passando dal sapere al saper fare. Dalla scelta delle opere e del taglio da dare ai contenuti fino alla redazione dei testi e alla selezione dei brani letterari da citare, dalla correzione delle bozze all’ideazione del titolo e della copertina, i vari passaggi sono stati condotti in prima persona dagli studenti del corso di editoria nell’idea cara a Umberto Eco che «il libro non è una pietrificazione della memoria, è piuttosto una macchina per produrre interpretazioni». L’augurio è che ogni scheda stimoli nuove letture e diversi approfondimenti.
Non di solo spirito vive l’editoria ma lo spirito, in senso lato, può essere una chiave di lettura stimolante, soprattutto nell’anno in cui al Salone internazionale del libro di Torino dedicato al Bene è ospite ufficiale un Paese come il Vaticano particolarmente sensibile a ogni tipo di grazia che, secondo la riflessione di Gianfranco Ravasi, «pur nella sua efficacia, scende non all’interno di un oggetto inerte ma sempre in un essere libero». La libertà dello spirito è interpretata in queste pagine sotto diversi aspetti, tanti quanti le sezioni proposte: oltre alla dimensione più legata a una spiritualità tradizionale che può raggiungere la santità (da Turoldo e Santucci fino a Rondoni), le opere trattate riguardano lo spirito civile e sociale di un’epoca (anche nel Giorno della civetta di Sciascia) o il viaggio possibile lungo l’esistenza oppure la vita tra anima e morte, senza dimenticare lo spirito in famiglia distillato nella vita quotidiana e nel rapporto tra le generazioni (resta paradigmatica la frase di Pavese: «un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via»); poi lo spirito si rivela anche tra memoria e sogno oppure nel binomio natura e corpo (con poeti come un Rebora che «contro la noia sguinzaglia l’eterno»); però non manca una luce rivolta allo spirito di chi è ultimo e solo (per esempio la madre della Lettera a un bambino mai nato della Fallaci), fino all’assenza di spirito tra ribellione, peccato e ingiustizie (si pensi alla Chimera di Vassalli), facendo emergere sempre come «lo scrittore cerca di aiutare gli altri a vedere meglio nel buio, nel fumo». (dalla Premessa di Roberto Cicala)