La Carta dei diritti fondamentali dell’UE va studiata come prima codificazione di diritti della persona del nuovo millennio e per il suo concentrare valori vecchi e nuovi che alimentano il diritto vivente, in specie l’espansione dello spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia (art. 3.2 Trattato UE).
L’unione istituzionale sempre più stretta fra popoli europei, nel rispetto delle identità nazionali e delle diversità di tradizioni, va studiata alla luce del principio federale di fiducia reciproca (full faith and credit) nella cornice della rule of law in cui essa si declina ed entro cui si svolge la vita delle persone.
Studiare la disciplina dei movimenti internazionali di popolazione, in specie verso l’Europa, nonché il rapporto fra vicende transnazionali e applicazione dei diritti dell’uomo con particolare riguardo all’identità culturale delle persone nei Paesi di accoglienza (secondo percorsi di interculturalità, non multiculturalità né assimilazione), significa non ridurre a unità indifferenziata un fenomeno complesso e decisivo per il futuro.
L’esperienza giuridica dell’integrazione soprannazionale europea esce da quella “occidentale” e ne costituisce un’articolazione “comunitaria” peculiare: ne va esaminato il coinvolgimento nei processi di globalizzazione quale promotrice, senza pretese egemoniche, di cooperazione e solidarietà fra Stati.