Università Cattolica del Sacro Cuore

Scienze economiche

  • La caratteristica principale della dinamica strutturale dei sistemi economici di mercato è la progressiva terziarizzazione, ossia del settore dei prodotti tipicamente immateriali. In questo ambito, poi, un peso crescente è stato assunto dalla finanza che provvede alla generazione di quel servizio particolare che è l'intermediazione tra operatori in surplus finanziario e operatori in deficit finanziario. Da un lato la finanza rende possibile l’esplorazione di opportunità di investimento che sarebbero semplicemente non disponibili in sua assenza, sia all’interno dei singoli paesi sia globalmente, spostandosi là dove è più necessaria attraverso i movimenti dei capitali. Dall’altro, la crescita della finanza può assumere aspetti destabilizzanti (instabilità finanziaria) sia in un singolo paese sia nei paesi destinatari dei capitali creando le premesse delle crisi come evidenziato dalla crisi finanziaria del 2007-8. Infine, la finanziarizzazione può generare distorsioni nella distribuzione del reddito, della ricchezza e del potere sia nei singoli paesi che a livello geopolitico.
     
  • Le caratteristiche del processo di globalizzazione e la stessa esperienza dell’integrazione europea sottolineano al tempo stesso la necessità di disporre di appropriate istituzioni multilaterali e sovranazionali inclusive di governance e le grandi difficoltà della loro realizzazione. Esamineremo in che modo alcuni recenti sviluppi della teoria economica e in particolare la letteratura sul ruolo e la natura endogena delle preferenze sociali mettono a disposizione strumenti analitici e indicazioni di policy utili per affrontare tali difficoltà e per riscoprire la centralità della nozione di ‘economia sociale di mercato’. In particolare, il lavoro si propone di esaminare come il rafforzamento delle preferenze sociali e lo sviluppo di un commitment intrinsecamente motivato possano condurre ad azioni individuali, europee e globali più sostenibili.
     
  • Negli ultimi due secoli, nella cultura europea e nord-americana, la sfera economica del mercato è stata progressivamente interpretata come depositaria di un modello di società aperta coerente con la tradizione umanistica occidentale e cristiana. Per un verso, il fenomeno della globalizzazione può essere letto in continuità con questo paradigma culturale. Per altro verso, il processo in corso non è dominato, almeno non nella misura in cui era forse nelle aspirazioni e nelle attese, dalla cultura economica e politica occidentale Ciò si rivela fonte di tensioni, acuite nell’ultimo decennio dalla debolezza della “nuova” finanza alla quale l’Occidente aveva in ampia misura pensato di potere affidare il comando sulla globalizzazione. Queste tensioni hanno riportato in auge, anche in parte del mondo occidentale, paradigmi culturali di chiusura dei confini e di opposizione alla costruzione di società aperte. Il percorso di ricerca si propone di approfondire queste tensioni, per suggerire possibili elementi di un contributo positivo alla visione di una società mondiale inclusiva e aperta, che la tradizione umanistica occidentale e cristiana può offrire nella nuova prospettiva storica.
     
  • I processi migratori hanno oggi invertito la direzione dei flussi che tradizionalmente generavano un trasferimento di beni e persone tra centro e periferia. Il modello demografico e culturale dell’umanità del XXI secolo sembra così avviato verso un policentrismo con annesse corone di poliperiferismo, con scarse possibilità di integrazione reciproca, ai micro come ai macrolivelli. In ambito agro-alimentare, tra le principali sfide al tradizionale modello di relazioni Nord-Sud, stanno lo sviluppo di flussi commerciali di prodotti primari dalle agricolture delle regioni temperate verso i paesi (più o meno) emergenti e la crescente urbanizzazione della popolazione cui corrisponde il concentrarsi nelle campagne di gran parte degli individui in stato di povertà. Le ineguaglianze nello sviluppo demografico e fattori esogeni quali il cambiamento climatico enfatizzano l’esigenza di nuovi sistemi di governo del territorio per i quali i modelli derivati dalla storia della civiltà occidentale si dimostrano spesso inadeguati.