Intelligere, interrogare, inventare: sono i tre verbi alla base della progettualità di Lucania FutureLab. Lo ha detto il preside dalla facoltà di Economia dell’Università Cattolica Domenico Bodega che, martedì 11 giugno, ha aperto a Matera i lavori della Challenge finale. «Intelligere rimanda alla capacità di capire dove siamo e dove potremmo essere - ha chiarito il preside Bodega -. Il secondo verbo è interrogare, ci siamo chiesti che cosa avremmo potuto scoprire. Il terzo verbo è inventare, creare qualcosa che non c’è ancora».
Dal fenomeno dell’immigrazione all’uso eccessivo delle nuove tecnologie fino alla sostenibilità ambientale: sono solo alcuni dei temi al centro dei progetti presentati dagli oltre 200 studenti lucani durante gli elevator pitch in cui i giovani partecipanti al percorso di alternanza scuola-lavoro hanno elencato i punti salienti delle loro idee imprenditoriali.
Cinque i criteri presi in considerazione dai giurati: originalità e innovatività; fattibilità; sostenibilità economica; impatto sociale, culturale, ambientale ed economico; efficacia e completezza dell’esposizione.
I finalisti di ogni scuola hanno esposto i loro lavori realizzati con il sostegno di docenti e di tutor dell’Università Cattolica a una giuria di esperti composta, oltre che accademici dell’Ateneo, da Emmanuele Curti, di Fondazione Matera-Basilicata 2019 e dai rappresentanti dei cinque sponsor dell’evento: Colines, Cracking Art, Fai Delegazione di Matera, Fastweb SpA e Kahuna Project. All’evento ha partecipato anche monsignor Antonio Giuseppe Caiazzo, arcivescovo di Matera.
Non resta che aspettare i nomi dei vincitori che saranno ufficializzati il 28 giugno nell’ambito delle Giornate di Avvenire, in programma nella città dei Sassi dal 26 al 29 giugno.