Università Cattolica del Sacro Cuore

Profilo biografico

di Felice Montagnini

Mons. Francesco Vattioni, agli occhi degli amici ed estimatori, rappresenta una tipica figura di studioso ricercatore.

Appassionato alla scienza biblica fin dagli anni del Seminario, poco dopo l'ordinazione sacerdotale, ricevuta a Botticino Sera il 17.3.1945, nella immediata e sofferta vigilia della fine della guerra, fu per alcuni mesi vicario parroc­chiale a Gambara; ma non tardò a chiedere al Vescovo, Mons. Tredici, che gli consentisse di seguire la sua vocazione.

Si stabilì quindi a Roma, dove perfezionò i suoi studi presso il Pontificio Istituto Biblico.

La residenza scelta, il Convitto di San Carlo al Corso, gli consentiva di fre­quentare con ammirata costanza la biblioteca dell'Istituto, dove (privilegio riservato a pochi studiosi) ebbe ben pre­sto un posto riservato; ma gli rese possi­bile anche coltivare amicizie all'interno di alcuni dicasteri di Curia. Delle notizie che gliene venivano si serviva come di sale per dar sapore al suo tenace attacca­mento agli amici di Brescia, con i quali si incontrava sia nella residenza romana, sia nelle visite periodiche alla sua terra.

Il carattere sapidamente burbero di Don Francesco suggerì a qualcuno l'idea di paragonarlo a San Girolamo. Accostamento audace solo all'apparen­za, perché con il Santo, oltre all'amore viscerale per lo studio diuturno delle pagine bibliche, aveva in comune il trat­to, che a prima vista poteva apparire scostante, ma non faceva affatto velo all'amicizia e al piacere di prestarsi a soddisfare qualsiasi richiesta, soprattut­to se gli costava sacrificio.

Questa caratteristica impreziosisce la sua memoria presso gli amici. Ma va doverosamente completata con un accenno specifico alla sua opera di stu­dioso, titolo che gli si addiceva già da giovane. Quando ancora si conquistava duramente la possibilità di mantenersi a Roma, i suoi primi scritti già lo facevano conoscere nel mondo accademico, spe­cialmente con una serie di articoli per riviste, che nel 1966 furono raccolti nelvolume Beatitudini, povertà, ricchezza.

La competenza nelle lingue semiti­che, specialmente del gruppo occidentale, che spicca in quelle pagine, viene messa pienamente a frutto nel 1968 quando, presso l'Istituto Universitario Orientale di Napoli, pubblica l’Ecclesiastico. Testo ebraico con apparato critico e versioni greca, latina e siriaca.

Qualche anno più tardi, nel 1975, questo lavoro costituì il titolo di merito principale per la   sua assunzione a docente nello stesso Istituto, presso il quale fu attivo fino al 1994.

Ma, accanto alla valentia del filologo e del critico, di Mons. Vattioni va ricordato anche il servizio strettamente religioso reso alla comunità cristiana. Egli infatti fece parte del gruppo di traduttori che diedero alla Chiesa italiana la Bibbia della C.E.I. Inoltre fu promotore e animatore di una iniziativa che, durante una serie di anni, radunò periodicamente studiosi di varia provenienza, impegnandoli nell'approfondimento di un tema di notevole rilievo culturale e teologico: Sangue e antropologia. II frutto di quelle lezioni e comunicazioni, pubblicato per conto del Centro Studi “Sanguis Christi”, imponente, poiché abbraccia ben 19 volumi, pubblicati nel decennio 1981-1991.

La stima, mai venuta meno, di Don Francesco per la sua terra si esprimeva anche nelle ricorrenti crisi di salute, che non ebbe mai particolarmente florida, allorquando si rifugiava fra di noi per le cure necessarie. Colto dall'ultimo attacco, volle esser portato una volta ancora a Gussago, all'lstituto Richiedei, dove già per l’addietro era stato rimesso in sesto. Giunto in coma nel nosocomio, non si riprese più. Riuscì solo a confidare il dispiacere di lasciare incompiuta l'impresa, a cui attendeva da tempo, di una edizione critica dei Settanta, la versione greca dell’Antico Testamento. *


* Già in Rivista della Diocesi di Brescia 85 (1995) 575-576.