Università Cattolica del Sacro Cuore

Il filologo biblico

di Giovanni Garbini

Francesco Vattioni nasce il 3 febbraio del 1922 a Orziznuovi (Brescia) e muore il 13 dicembre del 1995 a Gussago (Brescia). Ebbe la prima formazione culturale e teologica nel Seminario diocesano di Brescia; fu ordinato sacerdote il 17 marzo 1945. Dal 1946 visse a Roma; nel 1940 ottenne la licenza in Teologia dogmatica nel Pontificio Ateneo Angelicum, nel 1952 quella in Scienze bibliche nel Pontificio Istituto Biblico. Affiancando agli studi biblici quelli orientalistici, iniziati nella Facoltà Orientale di quest’ultimo, nel 1967 conseguì la libera docenza in Filologia biblica nell’Università italiana, dove percorse tutta la sua carriera accademica: tenne corsi di ebraico biblico presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma per cinque anni, a partire dal 1968; dal 1977 al 1980 fu professore incaricato di Lingua e Letteratura ebraica biblica e medievale presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli ; vinto il concorso, divenne professore straordinario nel 1980 e ordinario nel 1983; fu collocato fuori ruolo nel novembre 1992.

Le particolari doti intellettuali del giovane sacerdote lo destinavano a una brillante carriera nelle istituzioni ecclesiastiche nel settore degli studi biblici; a tale scopo nel 1946 fu inviato a Roma a frequentare, fino al 1952, i corsi del Pontificio istituto Biblico, dove insegnava, tra gli altri, Alberto Vaccari. Pochi anni dopo il conseguimento della licenza Vattioni occupava già posizioni di prestigio: dal 1958 al 1960 fu condirettore per l’Antico Testamento de La Sacra Bibbia diretta da Salvatore Garofalo per l’Editrice Marietti e direttore di Rivista Biblica; dal 1968 collaborò alla revisione della Vulgata per la Pontificia Commissione della Neo-Vulgata; dai1969 al 1971 fu nominato dalla Conferenza Episcopale Italiana tra i revisori della traduzione ufficiale della Bibbia; diresse il gruppo di biblisti che ha curato l’edizione italiana della Bibbia di Gerusalemme, promossa dalle Edizioni Dehoniane, adattando le note dell’edizione francese al testo italiano della CEI (1974).

A fronte di tanta attività svolta in sedi di grande responsabilità, non trova riscontro un'adeguata posizione ufficiale dello studioso nelle istituzioni ecclesiastiche: nell’elenco dei collaboratori della Bibbia ufficiale della CEI Vattioni figura come «libero docente di Filologia biblica all’Università di Roma». In effetti, fin dal 1965 Vattioni affianca agli studi sulla Bibbia un filone di ricerche sulle antiche culture semitiche, cominciando da alcuni aspetti religiosi e concentrandosi poi sulle iscrizioni ebraiche, fenicie e aramaiche; in tale settore si affermò ben presto, diventando un’autorità nel campo del punico e dell’aramaico di Hatra. Tale attività di Vattioni divenne preponderante a partire dal 1977, quando entrò come professore nell’Istituto Orientale di Napoli, dove non era previsto l’insegnamento della Bibbia come disciplina autonoma. Occorre tuttavia rilevare che il nuovo indirizzo di studi fu probabilmente la conseguenza dell’impossibilità per Vattioni di proseguire il percorso al quale era stato destinato e che gli fu precluso da una serie di circostanze: la puntigliosità del suo carattere e il desiderio di lavorare in assoluta autonomia ebbero forse una parte nel mancato conseguimento del dottorato in Scienze bibliche. Gli studi biblici non furono però mai abbandonati da Vattioni nemmeno durante gli anni dell’insegnamento universitario.

La produzione di Francesco Vattioni nel campo degli studi biblici non corrisponde all’ampiezza sterminata delle sue conoscenze. Curò la traduzione dei Libri di Samuele e di Daniele nella traduzione della Bibbia curata e diretta di Salvatore Garofalo;nella Bibbia di Gerusalemme si occupò personalmente di Genesi, Esodo, Levitico, Isaia, Salmi, Daniele, Galati, Efesini e Filemone; nel 1968 pubblicò la sua più importante monografia: Ecclesiastico, testo ebraico con apparato critico e versioni greca, latina e siriaca (Ed. Istituto Orientale di Napoli). L’ultimo saggio, Per il testo di Giobbe, apparso postumo nel 1996 come Supplemento n. 89 degli Annali dell’Istituto Universitario Orientale di Napoli, per il quale era previsto un eventuale seguito, è costituito dalla raccolta di innumerevoli varianti testuali greche, latine e talune siriache relative al libro in questione. Oltre a questi lavori vanno ricordati una cinquantina di articoli, in cui sono affrontati problemi testuali relativi a Genesi, Numeri, Cantico e specialmente Proverbi e Tobia, non senza qualche incursione in testi neotestamentari.

L’aspetto che caratterizza Vattioni come biblista è l’importanza data all’indagine filologica del testo biblico: in questo è evidente l’impronta lasciata da Vaccari sul suo allievo. A cominciare dal suo primo lavoro, la Nota a Zach. 12,11 apparsa nel 1955 su Rivista Biblica, fino alla sua ultima fatica sul testo di Giobbe, la puntuale analisi filologica dei passi studiati non limitata, come spesso avviene, al solo testo masoretico ma estesa a tutta la tradizione manoscritta esistente e in particolare a quella greca e latina, costituisce il tratto dominante del lavoro scientifico di Vattioni. Questo tipo di indagine, che lo lega alla migliore tradizione filologica biblica italiana illustrata da un maestro insigne come Giovanni Mercati e trasmessa a Vattioni dall’insegnamento di Vaccari, nella seconda metà del Novecento lo ha messo in una posizione isolata a causa del nuovo indirizzo dato al Pontificio istituto Biblico dall’arrivo di docenti americani o che comunque condividevano le impostazioni metodologiche a base formalista diffuse negli Stati Uniti. La concretezza del dato testuale si accompagnava, in uno studioso come Vattioni, che era biblista e semitista a un tempo, all’esigenza di collocare la Bibbia e il suo mondo nel quadro storico delle antiche civiltà vicino-orientali: nascono cosi numerosi studi che mettono a confronto i dati biblici con quelli di altre culture. Tale esigenza era particolarmente sentita negli anni settanta da buona parte dei biblisti italiani, tanto che l’Associazione Biblica Italiana, a partire dal 1977, promosse una serie di convegni di studi veterotestamentari aperti anche ai professori delle Università italiane. Con un’iniziativa personale Vattioni fece qualcosa di analogo organizzando, con la collaborazione di Beniamino Conti, le sue “Settimane” dedicate ai vari risvolti del tema Sangue e antropologia. Dai 1980 al 1991 furono realizzati otto convegni presso il Centro Studi “Sanguis Christi”, dei Missionari del Preziosissimo Sangue a Roma, dove la Bibbia, oggetto specifico dei primi due, è largamente presente anche negli altri.

Pubblicazioni

I campi di ricerca e di studio di Francesco Vattioni sono la filologia ebraica biblica, l’epigrafia semitica e giudaica. Nel corso della sua attività scientifica ha pubblicato vari articoli e numerose recensioni su Biblica, Rivista Biblica, Henoch, Revue de Qumran. Ha partecipato con relazioni e contributi a convegni, collane scientifiche e miscellanee. Ha promosso una serie di convegni e ne ha curato gli atti sul tema “Sangue e antropologia” nella Bibbia, nella teologia, nella liturgia. Ha curato la traduzione di alcuni libri dell’AT per La Sacra Bibbia diretta da Salvatore Garofalo ed edita da Marietti.

Tra le pubblicazioni monografiche, edizioni di testi e studi ne segnaliamo un paio in ordine cronologico:

  • Ecclesiastico: testo ebraico con apparato critico e versioni greca, latina e siriaca (Pubblicazioni del   Seminario di Semitistica, Testi, l), Istituto Universitario Orientale, Napoli 1968.
  • Hatra, Istituto Universitario Orientale, Napoli 1994.
  • Per il testo di Giobbe (Supplemento agli Annali), Istituto Universitario Orientale, Napoli 1996. * 

* Già in R. Fabris et al. (eds.), Al primo posto le Scritture. Biblisti italiani del Novecento (Studi del Centro “A. Cammarata” 81), Caltanissetta-Roma, Salvatore Sciascia Editore, 2014, 318-321.