Università Cattolica del Sacro Cuore

Elena di Euripide. Messinscena (2012)

3, 4 e 5 ottobre 2012 - Aula Bontadini

a cura del
Laboratorio di Drammatugia Antica in cooperazione con il gruppo studentesco Evoè. Teatro Antico In Scena e l’Associazione Kerkis. Teatro Antico In Scena

Le suggestive rovine della ghiacciaia dell'antico monastero di Sant'Ambrogio si trasformano in questi giorni nel palazzo del Faraone Teoclimeno e nello spazio antistante, percorso dal Nilo. Euripide vi ambientò una leggenda nuova anche al tempo della sua messinscena (siamo alle Grandi Dionisie del 412 a.C.): qui incontriamo un'Elena non fedifraga (tuttavia sempre molto bella e attraente) che -nonostante le false voci - non è mai andata a Troia con Alessandro, ma da diciassette anni è in Egitto, in fedele attesa d’incontrare nuovamente suo marito e di tornare a Sparta. Il bisticcio divino di Era contro Afrodite aveva fatto sì che a Troia andasse un'immagine di Elena, non la vera donna, la quale era stata invece trasportata, avvolta da una nuvola, da Ermes in Egitto, dove rimase per lunghi anni, ospite del sapiente e ospitale re Proteo. Sul sottile limite tra tragedia e commedia, Euripide mette in atto una trama avvincente, presentandoci Elena che in Egitto resiste alle lusinghe amorose del re Faraone, figlio di Proteo (ormai defunto) e che un giorno casualmente incontra il naufrago Menelao, di ritorno da Troia dopo dieci anni di guerra. Questi, dopo sette anni di viaggio nel tentativo di tornare a casa, è convinto di portare con sé Elena, recuperata dopo dieci anni di guerra a Troia. Distinguere l'apparenza dalla realtà non è per nulla facile neanche per i due consorti. Con uno straordinario gioco di incalzanti e divertenti equivoci, Euripide affronta così, attraverso il non facile riconoscimento di Menelao e la ‘vera’ Elena, una delle questioni cognitive che impegnavano i filosofi del suo tempo e che rappresenta una ricerca ancora aperta ai nostri tempi: l’illusione delle conoscenze, il facile inganno dei sensi, la sottile distanza tra apparenza e realtà, l’importanza dei testimoni per distinguere queste due, l’idea che la verità sia in mano solo agli dèi e accessibile solo ai suoi veri interpreti. L’inganno che Elena e Menelao ordiscono per riuscire a fuggire dall’Egitto e da Teoclimeno, con una nave ben equipaggiata dal Faraone, anticipa temi romanzeschi, ma soprattutto permette a Euripide di mettere in gioco, in modo provocante, anche l’idea del ‘teatro nel teatro’. Il teatro non è infatti il luogo per eccellenza in cui s’intersecano - sia come tragedia sia come commedia - il potere dell’illusione e l’ambigua distanza tra verità e apparenza?
La messinscena è curata e proposta dal Laboratorio di Drammatugia Antica in cooperazione con il gruppo studentesco Evoè. Teatro Antico In Scena e l’Associazione Kerkis. Teatro Antico In Scena, che si sono uniti per far fronte all’impegno di rappresentare l’intera tragedia euripidea, sotto la guida dell’attore Christian Poggioni e della sottoscritta, quale curatrice dello spettacolo. Stefano Rovelli coordina gli aspetti organizzativi.
La complessità dei drammi antichi consiste nell’importanza della musica e del canto, affidati soprattutto alle parti corali. Il Maestro Adriano Sangineto con il chitarrista Fabio Rovelli e la pianista Giulia Grassi presentano soluzioni moderne, ma capaci di non tradire l’intenzione del testo antico, con una efficace resa di sonorità strumentali e vocali. Le scenografie sono a cura di Ambra Rinaldo.
Gli attori sono ex studenti del Laboratorio di Drammaturgia Antica, del Corso di Alta Formazione Teatro Antico in Scena e professionisti dell’Associazione Kerkis. Teatro Antico In Scena, che da anni si preparano ad affrontare i grandi classici, cercando di interpretare le parole del poeta Euripide, sottili, profonde, quasi sfuggenti per la loro sublimità ... se non prendessero corpo in scena.

 

Direzione artistica Christian Poggioni

Direzione scientifica e organizzativa Elisabetta Matelli

Coordinamento organizzativo Stefano Rovelli

Personaggi

Elena: Chiara Arrigoni

Menelao: Stefano Rovelli

Teoclimeno: Simone Mauri

Teucro: Giuseppe Passalacqua

Vecchia portinaia: Livia Ceccarelli

Teonoe: Maria Franca Frola / Antiniska Frontalini

Messaggero servo di Menelao: Federica Scazzarriello

Messaggero servo di Teoclimeno: Carlo Arrigoni / Lorenzo Ponte

Guardia: Carlo Simone

Dioscuri: Lorenzo Ponte e Federico Manachino

Coreute: Letizia Binda-Partensky, Cecilia Cardani, Claudia Cecere , Antiniska Frontalini, Elisabetta Raimondi

Voce: Elisa De Toffol

Musiche e canti a cura di

Adriano Sangineto

Fabio Rovelli

Giulia Grassi

Scenografia Ambra Rinaldo

Costumi Livia Ceccarelli

Make up artist Chiara Bonatti