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Baccanti di Euripide. Dioniso l’illusionista (20072008)
a.a. 2007-08
Lo studio per la messa in scena delle Baccanti di Euripide iniziato nell'a.a. 2006-07 è proseguito nell'a.a. 2007-08 con il proposito di mettere in scena la tragedia in tutte le sue parti, con un ulteriore scavo esegetico. La lettura del testo durante le prime fasi del lavoro ha fatto emergere l'ambigua duplicità del protagonista Dioniso, il dio che si finge uomo ma poi, imprigionato, si libera magicamente dalle catene, ipnotizza Penteo convincendolo a salire sul Citerone in abiti femminili e opera altri incantesimi ai suoi danni, pur di veder affermato il proprio culto. Oltre alla ‘dulicità' di Dioniso è emersa l'importanza drammaturgica del tema, caro a Euripide, dell'illusione delle nostre percezioni.
Per esprimere la prima idea si è scelto di mettere in scena due attori d'aspetto e corporatura simili per esprimere i due volti di Dioniso: da una parte quello più umano, figlio di Semele e nostalgico della propria madrepatria, determinato a vendicare i torti subiti dalla sua famiglia e dall'altra il Dioniso divino, discendente di Zeus, determinato a imporre su Tebe un nuovo ordine rispetto a quello ‘statalista' di Penteo: un ordine divino, legato al proprio culto.
Per approfondire il tema della percezione illusoria della realtà (legata ad atti ‘magici') Ezio Savino ed Elisabetta Matelli hanno accompagnato l'interpretazione del testo delle Baccanti con la visione di due film usciti nelle sale cinematografiche nel 2006, la cui trama tocca il tema dell'illusionismo e del doppio con prossimità così forti nei confronti della trama delle Baccanti, da permettere di riconoscere in quest'opera un possibile, anche se non dichiarato, archetipo: il film The Illusionist, diretto da Neil Burger e ricavato dal racconto Eisenheim the Illusionist scritto da Steven Millhauser, e del film The Prestige, diretto da Christopher Nolan, tratto dall'omonimo romanzo di Christopher Priest.
Il percorso di formazione attoriale è stato affrontato tecnicamente da Lucilla Giagnoni, che da una parte ha impostato coreografie più articolate per il coro che, secondo l'impostazione dell'anno precedente, si esprimeva in linguaggio arcaico, assumendo in questa nuova fase di lavoro un ruolo drammaturgicamente più consapevole (vedi la scheda Baccanti di Euripide dell'a.a. 2006-07), dall'altra ha permesso a ciascun attore di ‘entrare', con tecnica, nelle intenzioni del proprio personaggio in modo da poter esprimere ogni situazione con gesti, voce, sguardi, ritmi il più possibile appropriati.
Tra le scelte ‘registiche' del gruppo laboratoriale, quella di far recitare la Parodo (il primo canto corale) sia in greco che in italiano, al fine di introdurre già lo spettatore in un clima di duplicità.
Una peculiarità del lavoro di questo anno è stato il ruolo di costruzione dello spettacolo che ha coinvolto in una forte corresponsabilità tutto il gruppo al lavoro: infatti gli studenti con maggiore esperienza hanno dato contributi fondamentali per la rielaborazione coreografica della parti corali e per gli esercizi di base per la preparazione attoriale (espedienti utilissimi alla resa scenica finale) appresi nei precedenti anni di lavoro nel Laboratorio. Gli studenti (sulla base di quanto appreso dagli insegnamenti di Lucilla Giagnoni, che non ha potuto seguire personalmente tutte le fasi del lavoro) hanno acquisito la capacità di valutare criticamente il lavoro in fase di costruzione, dandosi un reciproco, generoso, intelligente aiuto. Le limitate risorse rispetto all'impegno richiesto per la resa scenica di un'opera complessa come le Baccanti, anziché rappresentare un ostacolo hanno dunque indotto l'intero gruppo a una importante assunzione di responsabilità.
La scenografia, potendo utilizzare il grandioso scenario naturale dell'Aula Bontadini, è stata essenziale, con un'attenzione speciale a oggetti simbolici quali i tralci di vite e le edere quali simboli dionisiaci e pochi altri oggetti di scena. Unica eccezione la ricostruzione di molteplici teste in cartapesta (da parte di Andrea Martano), che Elisabetta Matelli ha pensato di proporre come simbolo della strage di Penteo compiuta sul Monte Citerone, amplificazione della testa di quest'ultimo nelle mani ingannate di Agave nella scena finale. Per il resto, alcuni effetti sono stati ricercati attraverso forti giochi di luce.
Scheda tecnica del saggio finale con quattro spettacoli in Aula Bontadini il 28 e 29 maggio 2008, alle ore 16.30 e 20.45
Direzione artistica: Elisabetta Matelli
Traduzione: Ezio Savino
Istruzione attoriale: Lucilla Giagnoni, Michael Scott Roberts
Assistenza organizzativa: Valentina Puleo, Maria Jennifer Falcone
Assistenza tecnica: Domenico Giuseppe Muscianisi, Roberto Brigatti, Claudio Brambilla
Luci: Elisabetta Matelli
Assistenza Musicale: Michele Caprioli
Personaggi:
Dioniso: Michael Scott Roberts, Gabriele Verratti
Penteo: Vincenzo Moretti
Agave: Raffaella Viccei
Primo messaggero: Francesco Lasagna
Secondo messaggero: Donatella Castagna
Cadmo: Daniela Nigro
Tiresia: Fabrizio Fava
Guardie Tebane: Gianmatteo Luchi, Donatella Castagna
Coro: Elisa Giovanelli, Maria Jennifer Falcone, Paola Ornati, Stefania Seidita, Giada Storti, Floriana Gatto, Maria Collodoro, Andrea Rossella Rossi, Valentina Puleo (corifea)