Università Cattolica del Sacro Cuore

Bacheca 2018

Intervista con Pat RIVA - Concordia University, Montréal, Canada

Chair dell’IFLA LRMoo Working Group
Chair del Canadian Committee on Metadata Exchange (CCM)

UN MODELLO ASTRATTO DI ALTO LIVELLO: IFLA LRM

a cura di Angela Contessi e Alejandro Gadea Raga

In base alla sua vasta conoscenza del mondo catalografico, ci può tracciare un quadro della situazione riguardo a MARC21, i continui aggiornamenti, il suo attuale impiego nel mondo bibliotecario americano, canadese, ma non solo. Per quanto tempo ancora pensa che MARC21 rimarrà il formato più utilizzato al mondo?

PR: Il cambio di paradigma richiederà tempo. Andare verso un mondo linked data è un cambiamento più profondo rispetto ad un semplice cambiamento di formato di scambio di record bibliografici. Le nozioni stesse di scambio e di record sono da ripensare.
Le biblioteche non possono cambiare la loro infrastruttura informatica cosi rapidamente, neanche gli ILS [sistemi integrati per la gestione delle biblioteche]. Allora il MARC21 resterà il formato di uso corrente ancora per parecchi anni. Nel Nord America il MARC21 è il solo formato utilizzato, non usiamo Unimarc. Siccome MARC21 è un formato maturo, alcuni hanno evocato l'idea di mettere una moratoria allo sviluppo ulteriore del MARC21, per concentrare le energie sugli sviluppi futuri. Ma ci sono sempre modifiche essenziali da fare, per novità in RDA, per aree specializzate. Non possiamo smettere di fare questi cambiamenti se vogliamo continuare a funzionare. Poi, se una informazione non è codificata nel formato MARC21, non si potrà trasformarla verso qualsiasi nuova struttura.

A che punto è lo sviluppo di BIBFRAME? Ci sono ILS che lo hanno già adottato allo stato attuale? In quale sinergia si trovano BIBFRAME-RDA-LOD?

PR: Premetto che non sono la persona più esperta per parlare di BIBFRAME. Lo sviluppo di BIBFRAME non passa attraverso le commissioni di normalizzazione di MARC21 (ad esempio, il Canadian Committee on Metadata Exchange (CCM), del quale sono presidente). Tuttavia nel futuro se BIBFRAME intende passare dalla sperimentazione all’uso generale e si vuole che si adatti ai vari bisogni che si riveleranno col tempo, sarà assolutamente necessario che diventi un vero standard con delle istanze dedicate al suo sviluppo collaborativo.

Non ho ancora visto un ILS che abbia adottato BIBFRAME. Il LD4P (Linked Data for Production) cerca di definire come dovrebbe funzionare un sistema di gestione di una biblioteca basato su BIBFRAME. Questo è un progetto statunitense. É un po' ironico che il progetto BIBFRAME, pur avendo origine nelle raccommandazioni del Test Americano di RDA del 2011, non si basi affatto né sul Registry di RDA, né sui modelli concettuali dell’IFLA che sono la base concettuale di RDA. BIBFRAME è un modo di impiantare il linked data, RDA ne è un altro, ugualmente compatibile con il web semantico. Fare una catalogazione RDA in BIBFRAME richiede di lavorare con due modelli concettuali che non sono compatibili.

Quanto valuta l’importanza che il successore di MARC21 possa garantire, oltre alla rappresentazione dei dati, anche lo scambio dei metadati? A che punto è lo sviluppo di BIBFRAME su questo tema così importante per le agenzie catalografiche? Ci sarà un successore del protocollo Z39.50?

PR: Il fatto che dipendiamo attualmente dallo scambio di metadati è ciò che ci rallenta nel cambiare infrastruttura informatica. Siamo cosi interdipendenti che non si può andare avanti da soli. Allora dobbiamo re-immaginare che cosa vorrà dire lo scambio dei metadati nel web semantico. Sono sicura che non prenderà la forma dei protocolli che conosciamo adesso, come lo Z39.50.

Come Chair del FRBR Consolidation Editorial Group, ci può tracciare un quadro degli ultimi aggiornamenti e del loro impatto sulla metadatazione tradizionale e di “nuova generazione”? Ci può suggerire aggiornamenti che dovrebbero in ogni caso essere apportati prima possibile ai dati bibliografici e d’autorità anche in un contesto catalografico tradizionale (ILS, MARC21, AACR2).

PR: Abbiamo fatto un grande passo avanti nel 2017 quando l’IFLA Library Reference Model (IFLA LRM) ha ricevuto l'approvazione finale dal Professional Committee dell’IFLA.

IFLA LRM è il frutto di quattro anni di lavoro del FRBR Consolidation Editorial Group. Questo modello unico sostituisce i tre modelli della famiglia: FRBR, FRAD, FRSAD. Abbiamo pure preparato una mappatura dei tre modelli superati verso il nuovo modello. Compatibile con i linked data, IFLA LRM trasforma il più possibile attributi in relazioni, particolarmente tramite le due nuove entità: LRM-E10 luogo (place) e LRM-E11 arco di tempo (time-span). Ma per una panoramica rapida dei cambiamenti, questo documento di 4 pagine che serve da introduzione al mapping può interessare

Questo ha portato a termine il lavoro del FRBR Consolidation Editorial Group. Ma subito gli altri standard dell’IFLA hanno iniziato lavori di aggiornamento per concordare con IFLA LRM. Particolarmente i Principi internazionali di catalogazione (ICP) e l’ISBD. Il FRBR Review Group ha cambiato nome nel 2018 per diventare il Bibliographic Conceptual Models Review Group. Personalmente continuo la mia attività con il LRMoo Working Group [Library Reference Model object-oriented Working Group], che ha l’incarico di aggiornare il FRBRoo (modello di versione compatibile con il modello concettuale CIDOC CRM della communità museale) affinché rifletta i contenuti di IFLA LRM.

Il RDA Steering Committee ha dichiarato nel 2016, ancora prima dell’approvazione finale del IFLA LRM, che lo avrebbe adottato come fondamento teoretico nel progetto 3R [RDA Toolkit Restructure and Redesign Project]. Ciò significa che le nuove RDA che si trovano nel nuovo Toolkit di giugno 2018 seguono il modello IFLA LRM. È da questa integrazione che vedremo, praticamente parlando, le conseguenze del nuovo modello. Il RSC [RDA Steering Committee] ha indicato che i cambiamenti di pratica saranno più importanti per gli aggregati [collezioni, selezioni, antologie, risorse integrative, monografie multivolume] e i seriali, dove il modello LRM differisce maggiormente ancora a confronto dei modelli precedenti.

Come prepararsi? Direi che quello che si può fare adesso è di pensare a catturare sia le relazioni importanti tra opere o espressioni, sia tra agenti ed opere o espressioni, con un buon livello di granularità. Se l'informazione c'è, si potrà trasformarla nel futuro. Se non c'è non si potrà facilmente introdurla.

Di recente Lei ha tenuto una lezione magistrale presso l’Università di Firenze su“Il modello concettuale IFLA Library Reference Model”. Ci può illustrare qualche aspetto di questo importante modello.

PR: L'invito di tenere la Lectio Magistrale di 2018 è stato un gran onore per me. Mi ha fatto tanto piacere potere parlare di aspetti del lavoro compiuto dal Consolidation Editorial Group con l’IFLA Library Reference Model, e in modo particolare di ampliare certi argomenti che non sono dettagliati nella definizione del modello.

Ho anche parlato del nome del modello. Library Reference Model si tradurrebbe in Modello di riferimento per biblioteche. Un modello di riferimento (reference model) è una terminologia informatica e sarebbe una struttura astratta (o modello) per la comprensione delle relazioni significative tra le entità di qualsiasi ambiente e per lo sviluppo di standard o specifiche coerenti per quell’ambiente. Sapendo che la comunità museale aveva chiamato il suo modello CRM—Conceptual Reference Model, si voleva indicare che l’IFLA LRM rispondeva allo stesso ruolo, ma per le biblioteche. Il sottotitolo, a conceptual model for bibliographic information, dovrebbe indicare che parliamo dei metadati.

Un bibliotecario che conosce i modelli FRBR, FRAD e FRSAD troverà che l’IFLA LRM riprende l'essenziale di ognuno dei 3 modelli risolvendone le incoerenze. Ma ci sono delle novità.

  • Abbiamo adottato una modellizzazione entità-relazione avanzata dove le entità sono organizzate in strutture gerarchiche di superclassi e sottoclassi, che ha notevoli vantaggi di semplificazione.
  • L'enfasi è sulle relazioni e non sugli attributi. Abbiamo ridotto gli attributi al minimo trasformandone il più possibile in relazioni e per il resto vedendo l'essenziale da un punto di vista più astratto.
  • Sfruttiamo al massimo la distinzione tra una cosa e il suo nomen [un'associazione tra un'entità e un nome che si riferisce a essa: ad esempio, il nomen “Dante” si riferisce a “Dante Alighieri, 1265 -1321”]. Benchè l'entità nomen sia stata introdotta da FRSAD (e l'entità equivalente name da FRAD), non furono applicate tutte le conseguenze nelle relazioni. Nel IFLA LRM l'entità nomen permette di modellizzare le identità bibliografiche.
  • Il modello degli aggregati del rapporto finale 2011 del Aggregates Working Group (del FRBR Review Group) è parte integrante del modello.

Dal suo punto di vista di osservatore come intravede l’Italia delle biblioteche oggi rispetto a vent’anni fa?

PR: Il mio punto di contatto principale con i bibliotecari di altri paesi avviene sempre per via dell’IFLA. Parecchi bibliotecari italiani hanno contribuito molto agli standard dell’IFLA. Sarebbe bene che la collaborazione possa proseguire così, attraendo giovani a partecipare al livello internazionale.

Ci racconta qualche anedotto riguardante la pratica catalografica tra Québec e Ontario?

PR: La maggior parte delle biblioteche universitarie sia del Québec che dell’Ontario stanno preparando l'implementazione di sistemi di nuova generazione per i loro consorzi rispettivi, OCUL (Ontario Council of University Libraries) per l'Ontario e BCI (Bureau de coopération interuniversitaire) nel Québec. È un bel momento per la collaborazione. La grande differenza tra i due progetti è che il progetto del Québec si è dato la sfida di creare un catalogo profondamente bilingue francese-inglese. Il consortio BCI è composto da 15 biblioteche universitarie d'insegnamento in francese e due biblioteche universitarie d'insegnamento in inglese (una di queste è la mia). Vogliamo sfruttare al massimo i dati esistenti per permettere un’esperienza utente bilingue, non solo per quanto riguarda l’interfaccia ma anche i dati e la ricerca, qualcosa che a mia conoscenza non è mai stato fatto. Ne riparliamo nel 2020, per vedere se ci siamo riusciti.