Università Cattolica del Sacro Cuore

Letture

Le relazioni tra prassi distributive e impatto culturale del cinema italiano fuori dal mercato nazionale non sono state affrontate pienamente né dalla letteratura scientifica né dai report di associazioni di categoria e istituzioni pubbliche. Tuttavia, negli ultimi anni, sia gli studi accademici sia i materiali raccolti dalle associazioni di settore (Cinetel, SIAE, European Audiovisual Observatory con il sito lumiere.obs.coe.int) hanno fornito i dati per riflettere sulla distribuzione nazionale e internazionale, sull’evoluzione dei modi di accesso all’audiovisivo e sulla funzione “socializzante” del cinema.

a) Economia del cinema. Alcuni studi di taglio economico offrono brevi analisi del processo di distribuzione e del suo ruolo nel mercato attraverso i numeri (es. Pasquale, Investire nel cinema, 2012; Casetti e Salvemini, È tutto un altro film, 2007; Perretti e Negro, Economia del cinema, 2003; Salvemini, a cura di, Il cinema impresa possibile, 2002). Cinemitalia 2005, a cura di Macchitella e Abruzzese (2005), affronta il mercato italiano, e la situazione distributiva, da prospettive economiche e storico-culturali. I contributi di Corsi (2001, 2012) sulla produzione considerano il settore distributivo sia come indicatore della salute del mercato sia come supporto alla produzione. Wagstaff ha indagato la transizione dell’Italia da mercato importatore a industria esportatrice nel corso degli anni Sessanta (Wagstaff, Italy in the Post-war International Cinema Market, 1995) con riferimento soprattutto al cinema di genere (Italian Genre Films in the World Market, 1998). Altri lavori hanno confrontato, dal punto di vista degli studi di management, distributori italiani e americani (per es. Boschetti, Risorse e strategia d’impresa, 1999; Boccardelli, Strategie e modelli di business nell'industria del video entertainment, 2008).

b) La distribuzione transmediale. Nonostante esistano lavori rilevanti sull’impatto culturale dei media digitali sulla distribuzione (Casetti, La galassia Lumière, 2015) e sul sistema televisivo contemporaneo (Grasso e Scaglioni, Televisione convergente, 2010), la maggior parte degli studi sull’economia del cinema italiano ha privilegiato la distribuzione theatrical. Eccezioni sono Casetti e Salvemini (2007), che evidenzia i diversi modalità di accesso al cinema e promuove una mappatura degli “spazi e modelli di visione”, e Zambardino, Dal possesso all’accesso (2015), che identifica i modelli commerciali e le possibilità creative offerte dai nuovi media. Re (‘Online Film Circulation’, 2015) e Baschiera (‘Streaming World Genre Cinema’, 2015) hanno studiato la presenza online del cinema italiano e del cinema globale di genere. Inoltre, i report annuali di ANICA offrono un quadro utile sulla diffusione televisiva a livello nazionale. Alcuni studi hanno analizzato il ruolo dei network tv nella produzione cinematografica (D’Aloia, ‘Piccolo grande schermo’, 2013; Zagarrio, L’anello mancante, 2004; Petrocchi, Il cinema della televisione italiana, 1996).

c) L’impatto culturale del cinema. La questione “sociale” della distribuzione e della ricezione è stata trattata in prospettiva storica, prendendo in esame momenti e generi emblematici (Noto, ‘Solo un militare italiano’, 2014, sul film di guerra; Caranti, Disordered Traffic, 2013, sul cinema muto; Manzoli, Da Ercole a Fantozzi, 2012, sul cinema popolare; Di Chiara e Baschiera, ‘Once Upon a Time in Italy’, 2010, sulla produzione transnazionale nei film di genere; Wagstaff, Italian Neorealist Cinema, 2007) e pratiche di ridefinizione dei film come prodotti culturali (Morreale, L’invenzione della nostalgia, 2009). Voglia di cinema (a cura di Canova, 2013) riassume gli esiti di un progetto di ricerca sulla comunicazione e sulla promozione del cinema italiano. Sul tema dell’impatto del cinema italiano all’estero sono disponibili analisi sui trend di esportazione (i due quaderni di ANICA, 5 e 6, 2010 & 2012). In termini estetici si è studiato come l’art cinema italiano abbia fatto da matrice al world cinema (Giovacchini e Sklar, Global Neorealism, 2012; Ruberto e Wilson, Italian Neorealism & Global Cinema, 2007) e abbia ispirato il cinema d’autore moderno (Rascaroli e Rhodes, Antonioni. Centenary Essays, 2011). In termini culturali, si sono indagati film dall’elevato livello di “italianità” con riferimento alle comunità della diaspora, (Sprio, Migrant Memories, 2013; Bertellini, ‘Sovereign Consumption’, 2014; Ercole, ‘The Greatest Film of the Fascist Era’, 2013). Alcuni studi si focalizzano su particolari contesti nazionali (Ercole, ‘Pictures from Italy’, 2013, sul cinema muto in UK; Leveratto, Genre cinématographique, identité sociale et gender, sul melodramma in Francia; Schoonover, Brutal Vision, 2012, sulla funzione diplomatica del neorealismo). Questa letteratura si concentra su casi spesso collocati nel dopoguerra e di rado considera il cinema contemporaneo che è invece il fulcro di questa ricerca.