Università Cattolica del Sacro Cuore

anno 2018

|brochure 2018|

luoghi manzoniani

Stresa, Villa Ducale (già Bolongaro): antica dimora signorile costruita sul lungo lago, nel 1848 fu lasciata da Anna Maria Simonetta Bolongaro, ad Antonio Rosmini, che vi passò i suoi ultimi anni di vita e vi ospitò, tra gli altri, Alessandro Manzoni, Niccolò Tommaseo, Ruggero Bonghi (qui sono ambientate le sue Stresiane). È proprio Ruggero Bonghi che ci lascia una vivace descrizione di quegli incontri:

Sapete cosa vuol dire la carrozza del Manzoni che mostri di volersi fermare avanti al cancello di Casa Rosmini? Uno scendere giù a precipizio di chi ha visto per primo, un picchiare l’uscio della stanza del Rosmini, un dirgli che il Manzoni è lì, e un continuare giù per le scale, senz’aspettare altro, e poi un venir fuori sulla loggia, giù da capo per quei sei o sette scaloni che mettono al cancello, di maniera che ci sia il tempo, primo, di spiegare il predellino a Don Alessandro o di dargli la mano mentre cala e, secondo, stringersela e accompagnarlo, o fargli un inchino rispettoso, e correre avanti a spalancargli l’uscio a vetri della loggia.
Qui s’incontra con Rosmini, che è già sceso anche lui, e chiunque voi siate, il Manzoni si scorda di voi, e gli si getta nelle braccia, e cominciando con un “caro il mio Rosmini” continua con domandargli se sta bene come l’ultima volta che l’ha visto, e solo dopo consumato tutto, direi, il primo servizio della conversazione, si ricorda da capo che s’è in tre, e che bisogna parlare in tre.

Manzoni sarà presente agli ultimi giorni dell’amico morente (1855), e ne raccoglierà il testamento spirituale, condensato in tre parole che volevano essere il programma di una vita intera: «adorare, tacere, godere».

Nel 1857 Casa Bolongaro passò alla duchessa Elisabetta di Genova, e da quel momento prese il nome di “Villa Ducale”. La duchessa, originaria della Sassonia, moglie di un figlio di Carlo Alberto, portò con sé a Stresa la prole: il principe Tommaso e la principessa Margherita. Quest’ultima sposerà Umberto I e diventerà regina d’Italia.

Acquistata nel 1942 dai Padri Rosminiani, oggi è sede del Centro internazionale di Studi Rosminiani. Offre ai visitatori ed agli studiosi provenienti da tutto il mondo: un Museo di ricordi rosminiani; la camera dove Rosmini si spense il 1 luglio 1855; l’Archivio Storico dell'Istituto della Carità; una Biblioteca di circa centodiecimila volumi, tra le più complete del Piemonte sulle opere del Settecento e Ottocento; una Casa editrice (Sodalitas); una Foresteria in grado di ospitare gli studiosi.
 



 

Lesa, Villa Stampa: : proprietà della famiglia Stampa, divenne residenza estiva abituale di Manzoni a partire dal 1839, due anni dopo il suo matrimonio con Teresa Borri, rimasta vedova del conte Stampa e madre di Stefano, cui la villa era passata in eredità dal padre. Lussuosa dimora padronale, è ora proprietà della Banca Popolare di Novara e accoglie un museo che contiene cimeli di Manzoni, di Rosmini e di loro amici e frequentatori, tra i quali Giulio Carcano.

Sul finire del 1850, lo scrittore e critico letterario francese Théophile Gauthier, passando da queste parti, annota a proposito del Manzoni:

C’est a Belgirate [in realtà Lesa] un peu avant Arona, que réside Manzoni l’illustre auteur des Promessi Sposi. On le voit souvent assis devant sa porte, en face du lac, qui regarde passer les voyageurs. Il a un figure bienveillante, vénérable et distinguée, dont les plans dessinés par la maigreur rappellent la figure de M. de Lamartine.
Tous les jours un des ses amis, philosophe et métaphysicien profond, vient entamer avec lui, quelque temps qu’il fasse, une de ces grandes discussions qui ne peuvent avoir de solution ici-bas, car on y parle des hauts mystères de l’âme, de l’infini et de l’éternité.