Università Cattolica del Sacro Cuore

Il contesto, gli obiettivi, il metodo

Perché le malattie croniche? Perché l’argomentazione?

Questo è un progetto altamente interdisciplinare che fa confluire i problemi legati alla cura della malattia cronica e la ricerca più avanzata nel campo dell’argomentazione e delle strategie di decision making.

La sfida del clinico che accompagna pazienti cronici è di riuscire a informare, motivare e coinvolgere i pazienti nel processo di cura, affinché essi diventino protagonisti attivi e legittimati di questo processo.
Informare… motivare… coinvolgere… per arrivare ad accompagnare i pazienti verso cambiamenti permanenti dei loro comportamenti scorretti: un compito arduo e complicato dalla scarsa formazione che i clinici ricevono in questo ambito.

Nel campo della teoria dell’argomentazione sono state delineate le strutture tipiche dei tipi di dialogo e degli argomenti che si utilizzano nella conversazione quotidiana. A partire da queste strutture è possibile analizzare il dato reale per individuare i punti di criticità.

Infine, soprattutto la behavioral economics ha approfondito lo studio delle euristiche, ossia schemi 'abbreviati' di ragionamento che usiamo comunemente quando prendiamo decisioni e che ci permettono, pur con una certa dose di rischio, di agire anche in assenza di informazioni complete.

Puntiamo a combinare queste tre aree per arrivare ad offrire proposte concrete ai clinici operanti nella cronicità per:

  • gestire con maggiore sicurezza e consapevolezza il momento del colloquio con il paziente, non demandando la qualità dell’interazione unicamente alle capacità individuali (‘istinto’) del singolo individuo;
  • ottenere sempre migliori risultati rispetto all’aderenza dei pazienti alla terapia e al cambiamento degli stili di vita.

Lavoreremo in particolare su dati empirici riguardanti la gestione del Diabete Mellito Tipo 2, una malattia che ha raggiunto i livelli di una pandemia globale, coinvolgendo non solo i paesi occidentali più sviluppati.


Perché il diabete?

Il Diabete Mellito Tipo 2 è strettamente correlato agli stili di vita e all’alimentazione, dunque la sua gestione non può prescindere da un coinvolgimento attivo e consapevole dei pazienti.

Il diabete comporta enormi costi per i sistemi sanitari; considerando l’infelice congiuntura economica e il sempre maggior invecchiamento della popolazione, si comprende come sia necessario individuare strategie che rendano sostenibile la gestione di questa malattia. Se si pensa inoltre che i costi maggiori sono legati all’insorgenza di complicanze e all’ospedalizzazione dei pazienti, l’obiettivo primario diventa la prevenzione: sia del manifestarsi della malattia che delle complicanze.

La prevenzione si ottiene adottando stili di vita corretti: l’educazione a tali stili di vita e la motivazione per coinvolgersi in un percorso di cambiamento duraturo possono essere ottenuti solo dentro una relazione aperta, partecipativa e fondata su una grande fiducia tra medici e pazienti. E la costruzione di una tale relazione avviene per il tramite della comunicazione, in tutte le sue dimensioni.


Come lavoreremo - Le fasi del progetto:

  1. Studio pilota.
    Gli obiettivi di questa fase sono: (1) raccogliere quante più informazioni e percezioni da parte dei medici diabetologi su quelle che considerano le sfide più grandi della comunicazione con i pazienti e della cura del diabete, per meglio strutturare le fasi successive; (2) testare lo strumento di rilevazione che verrà utilizzato nella fase 2 del progetto. Per raggiungere questi obiettivi condurremo delle interviste individuali presso un campione di medici diabetologi, diverso dal campione che utilizzeremo nella fasi successive del progetto.
  2. Definizione dello status quo.
    Ci poniamo l’obiettivo di rilevare le modalità operative e le percezioni dei medici relativamente a due aspetti specifici della comunicazione, molto importanti per gli obiettivi terapeutici della diabetologia: la comprensione e il commitment del paziente. Tale rilevazione sarà condotta attraverso un questionario e interviste individuali presso un campione di medici diabetologi distribuito su tutto il territorio nazionale.
  3. Due round di test.
    Dopo aver definito lo status quo, andremo a testare due tecniche euristiche per verificarne l’usabilità e, entro certi limiti, l’efficacia rispetto al miglioramento della comprensione e del commitment dei pazienti. I test saranno condotti in due round successivi, dove il secondo round sarà condotto su un campione di medici diverso, ma confrontabile con il primo.

Gli strumenti teorici dei quali ci stiamo avvalendo per la preparazione delle fasi sperimentali, per il disegno teorico e per l’analisi dei dati sono gli schemi argomentativi (Walton 1996; Walton, Reed & Macagno 2008), i tipi di dialogo (Walton & Krabbe 1995; Walton 2010) e la definizione delle principali euristiche (Cialdini 2009; Ariely 2009; Petty et al. 2005).